La chiusura della linea del Frejus da Agosto 2023 a Marzo 2025: quali lezioni se ne dovrebbero ricavare 19/05/25

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Link: IM24-R_politica-trasporti

L'organo di gestione del Corridoio TEN-T Merci "Mediterraneo" ha tenuto lo scorso 15 maggio a Modane un seminario per discutere delle conseguenze della lunga interruzione del traffico sulla linea del Frejus (a cause della frana in territorio francese) ed evidenziare quali lezioni si dovrebbero imparare da queste esperienze che periodicamente si ripetono (si pensi al fatto di Rastatt del 12 agosto 2017, con un'interruzione di soli 51 giorni ma dannieconomici elevatissimi).

Il seminario si è focalizzato su tre punti:

OSSERVAZIONI

- Il danno agli operatori del trasporto combinato e alle imprese ferroviarie merci, nonché agli attori economici colpiti, chiaramente non è stato preso in considerazione.
- Il lavori di risanamento del versante franato, del costo di 14 milioni di EUR, sono stati gestiti in collaborazione fra il Dipartimento della Savoia e SNCF Réseau, sulla base di scelte di tempi e tecnologie che comportassero il minimo costo a carico del finanziamento pubblico. - Le altre parti interssate non sono mai state coinvolte in tali decisioni, ma solo avvisate formalmente a posteriori.

LEZIONI

- Le tratte ferroviarie disponibili come deviazioni erano inferiori nei parametri tecnici (via Marsiglia-Ventimiglia) o molto lunghe (via Basilea) e la capacità dell'alternativa svizzera è stata ulteriormente ridotta dall'incidente della galleria di base del San Gottardo

- Le tracce dei treni che erano utilizzate sulle linee di accesso al Frejus sono state in questo tempo riassegnate ad altri treni, rendendo molto complicato ora recuperarle per riprendere il traffico pre-chiusura.

- Nessuna forma di compensazione è stata offerta dal gestore dell'infrastruttura responsabile (SNCF Réseau) per i maggiorn costi derivanti dal percorso più lungo delle deviazioni e per i danni dervanti agli operatori coinvolti.

CONCLUSIONI (per i decisori della politica - Nazionali ed Europei)

- La valutazione dei danni collaterali conseguenti simili eventi dovrebbe essere inserita nei preventivi quando si decide la tecnica dei lavori da fare e il relativo budget.

- La copertura assicurativa del gestore dell'infrastruttura dovrebbe essere tenuta a coprire non solo i costi di ripristino, ma anche i costi aggiuntivi degli operatori e altre perdite.

- I gestori delle infrastrutture interessate dovrebbero tenere in considerazione la riapertura di una linea dopo la chiusura, assicurando che le precedenti tracce siano disponibili per gli operatori del trasporto merci.

Questa mancanza di prospettiva nella gestione degli effetti dell'incidente ha comportato come "vittima illustre", come è noto, il servizio AFA Torino-Aiton, richiestissimo dagli utenti ma che non riesce a ripartire a causa delle perdite economiche dell'operatore e dello scarso interesse dimostrato dai due governi Italiano e Francese.

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